Stazione Termini, Roma. Un grande albero di natale. Un decoro che moltiplica luci, persone, marmi e opulenza. In una stazione che ha "ripulito" gli angoli oscuri dai cartoni e dalle coperte, dalle cicche e dai colori saturi, dai chiaroscuri e dalle luci al neon. Forse solo per spostarli fuori. Come un inserviente maldestro e un po' pigro che raccoglie tutta l'immondizia sotto un vaso. Se di immondizia si tratta.
Ma quell'albero di natale rompe quell'artificiosa perfezione. Zeppo di foglietti. Lasciati da tanti. E la gente intorno. Legge. Sposta con garbo.
Magari sarà l'ennesima iniziativa di marketing. Oppure il "vezzo" di una perfezione che "concede" uno spazio alla realtà. O forse è solo quello che è. Ma quando gli occhi si allenano a trovare la bellezza, la trovano sempre, incessantemente, incoerentemente.