Che nell'ultimo mese abbia detto almeno 100 volte "ma, quest'anno le partite della nazionale non mi attirano", "uhm i nazionalismi sono sempre orrendi", "il calcio? che delusione!", "non ci sono più gli atleti di una volta (come le mezze stagioni)", è un dato di fatto.
Che ieri sera, sulla solita autostrada, abbia messo la radiocronaca della partita a palla, che mi sia fermata almeno 6 volte all'autogrill per cercare un televisore, che quando l'Italia ha segnato il 5° rigore ho sperimentato le infinite possibilità di comunicazione dell'auto - la mia personale scrittura è stata 4 frecce fisse, un colpo fendinebbia posteriore, due di fendinebbia anteriore, intervallato da un colpo di abbaglianti (ma leggero) e il classico ta-tara-tata del clacson (ma c'è chi ha saputo fare di meglio, i camionisti sono maestri) - anche questa è ineluttabile verità.
Se poi nei prossimi giorni avrò la tentazione di mistificare tutta questa gioia dietro l'interesse verso la semiotica dell'automobilista, seppure la materia sia di grande interesse e meriti un'analisi più approfondita, si è autorizzati a tirare scarponi ... naturalmente da queste parti.