Una sentenza interessante che riguarda (per il momento) i blogger americani sul diritto di espressione e la riservatezza delle fonti. Il testo è rivoluzionario e per questo "commovente". Il resoconto nel post di Scene Digitali. Grazie a Marco per la segnalazione.
"Il giudice applica il concetto di “meme” [...] e traghetta dentro la giurisprudenza una delle “metriche” (se è lecito definirla così) dei media e dei processi di comunicazione che questi generano. In altre parole il giudice misura i nuovi media e il loro impatto sociale con il metro della loro cultura locale, usando la costituzione e la giurisprudenza accumulata come principio ispiratore ma non gabbia. In nome del presente, non del passato, innovando non conservando." La Corte ha deciso: il blogger non riveli la fonte , Scene Digitali di Vittorio Zambardino
hei calma! on va réfléchir :)
Scritto da: rossella | mercoledì, 14 giugno 2006 a 10:04
Rossella? Ci sei? Stai bene?
Scritto da: Marco | martedì, 13 giugno 2006 a 14:34
In sintesi direi che i rapporti di forza esistono, che fare il muro contro muro da posizioni subalterne è suicida e che in molti casi conviene usare - invece della razionalità classica - l'intelligenza emotiva.
Scritto da: Marco | lunedì, 05 giugno 2006 a 11:51
pare non abbiano l'ordine dei giornalisti
acc... che liberismo
Scritto da: evacarriego | sabato, 03 giugno 2006 a 19:57
Qual è il sesso de li agnoli?
Un imperativo del mio Maestro era: "Rispetta le leggi del tuo stato".
Scritto da: Marco | venerdì, 02 giugno 2006 a 19:03
Lo stato è democratico?
La macchina pensa?
Fintanto che la simulazione regge, va tutto bene...
http://it.wikipedia.org/wiki/Test_di_Turing
http://it.wikipedia.org/wiki/Stanza_cinese
;-)
Scritto da: Marco | venerdì, 02 giugno 2006 a 18:41
bella domanda la tua ... :)
Scritto da: rossella | giovedì, 01 giugno 2006 a 14:04
Toc toc! C'è nessunoooo!?!
:-)
Scritto da: Marco | giovedì, 01 giugno 2006 a 09:12
Il concetto chiave sembra essere che in America il diritto di informare è considerato preminente rispetto alla tutela dei diritti di una Apple Corp. E fin qui tutto bene. Il cittadino è libero dall'oppressione delle mega-corporations.
Ma il rovescio della medaglia è che, a questo punto, (anche) per inseguire il consenso a tutti i costi, il presidente ordina di far saltare in aria le torri il 9/11.
Potremmo dire: "meglio qui che siamo rassegnati alla tracotanza del potere". Intanto, purtroppo, le stragi di stato ci sono anche qua. La domanda è: la democrazia esiste, o è solo apparenza che si cela dietro la ricerca del consenso?
Scritto da: Marco | martedì, 30 maggio 2006 a 17:23