Ho visto Munich di Spielberg. Ad altri, di maggiore doti narrative, la trama.
Sono rimasta incollata alla poltrona (di quelle che non puoi accavallare le gambe). Un film bellissimo. Con colori saturi anni settanta. Mai storia più attuale.
Mai personaggi tracciati con tanta paziente accettazione della loro incontrollabità.
In un fim di azione fisica e interiore quello che continua a parlarmi è la vetrina di un negozio di mobili. Il protagonista che guarda una bella, funzionale, accessoriata, colorata cucina. In mezzo a torrenti di sangue, alle ragioni degli uni e degli altri, in un vortice di motivi di cui si perde il ricordo appena un passo più in là, quella è una scena eccezionale, eccezionale, eccezionale.
è davvero interessante come i punti di vista differenti facciano crescere in me percorsi e domande nuove. Per dovere di cronaca roberto (http://cinemavistodame.splinder.com/) ha un parere tutto diverso su questo film. ma pare non voglia dire nulla di più di quello che ha espresso nella colonna di destra del suo blog.Forse ha già detto tutto, ma accidenti se mi interessava
Scritto da: rossella | sabato, 11 febbraio 2006 a 02:03
Bello. Ma sicuramente uno Spielberg minore. Poteva durare 40 minuti in meno. Ciao. Enrico.
Scritto da: enrico porro | sabato, 11 febbraio 2006 a 00:09
pazzesco come questo film divida in maniera netta gli spettatori tra detrattori ed estimatori: lieta che apparteniamo allo stesso schieramento! :-)
grazie per il link :-*
Scritto da: ava | martedì, 07 febbraio 2006 a 18:38
In "Munich" molto bello l'uso alternato di telecamera digitale, handycam e steadycam (tra l'altro con un montaggio così perfetto che le intersezioni non vengon percepite dallo spettatore). La storia è peraltro narrata da Spielberg in modo quasi fedele agli eventi storici (leggibili nel libro di George Jonas "Vendetta!".
Scritto da: davide l. malesi | martedì, 07 febbraio 2006 a 14:52